domenica 30 marzo 2008

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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 161 del 29 marzo 2008

In questo numero:
1. Ilaria Urbani intervista Thich Nhat Hanh
2. Et coetera

1. ILARIA URBANI INTERVISTA THICH NHAT HANH
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 28 marzo 2008, col titolo "intervista a
Thich Nhat Hanh, vietnamita, una delle figure piu' importanti del buddismo"
e il sommario "In Tibet la soluzione e' la nonviolenza. Il monaco zen: I
tibetani spieghino le loro ragioni. Pechino inviti il Dalai Lama e lui parli
di pace, non di politica"]

Nonviolenza, affermazione della propria identita' e consapevolezza di se'.
Sembrano parole difficili da dire in uno momento cosi' critico come quello
che vive il Tibet in queste settimane. Eppure Thich Nhat Hanh, una delle
figure piu' rappresentative del buddhismo nel mondo insieme al Dalai Lama,
in visita da ieri a Napoli, non ha problemi a pronunciarle con il sorriso
sapendo che "i tibetani non perderanno la speranza e il buonsenso prevarra'
sulla violenza".
Il Thay (come lo chiamano i suoi seguaci), monaco zen vietnamita dall'eta'
di 16 anni, giunto nel capoluogo partenopeo per la camminata-meditazione in
piazza del Plebiscito domani alle ore 10 (anteprima della rassegna L'arte
della felicita'), durante la guerra del Vietnam e' stato uno dei fondatori
dei Piccoli corpi di pace, movimento di resistenza nonviolenta. Nel '67
Martin Luther King lo candido' al premio Nobel per la pace mentre poco dopo
venne costretto all'esilio che per 39 anni lo ha tenuto lontano dal Vietnam,
dove e' tornato nel 2005. Negli anni vissuti in Francia ha fondato il Plum
Village, comunita' di monaci vicino Bordeaux frequentato ogni anno da
milioni di persone.
*
- Ilaria Urbani: Guardando al Tibet, a che punto e' la strada della
nonviolenza anche di fronte alla repressione del governo cinese?
- Thich Nhat Hanh: La nonviolenza e' sempre praticabile. I tibetani devono
avere consapevolezza della loro identita' culturale, fiduciosi che
attraverso il cammino di meditazione e comprensione riusciranno a spiegare
le loro ragioni. Per trentanove anni sono stato in esilio dal Vietnam ma
quando sono tornato ho parlato di pace e non di politica. Se al Dalai Lama
sara' concesso di andare in Tibet non dovra' parlare di politica, aiuterebbe
tanto. Abbiamo chiesto all'Unione Europea di impegnarsi affinche' il governo
cinese inviti il Dalai Lama. Andrei con lui in Cina. Conosco molti cinesi
che apprezzano il buddismo tibetano, apprezzerebbero anche l'inizio di un
percorso di condivisione reciproca.
*
- Ilaria Urbani: La comunita' internazionale sta guardando con apprensione
alla vicenda tibetana, quali altri passi potrebbero favorire un percorso di
mediazione?
- Thich Nhat Hanh: Abbiamo gia' chiesto alle Nazioni Unite di mandare in
Tibet una missione multinazionale di ricognizione. L'Onu dovrebbe recarsi
li' unicamente per ascoltare la sofferenza dei cittadini. Il mio ritorno in
Vietnam mi ha insegnato che le paure e i sospetti su di me diminuivano
progressivamente all'aumentare del dialogo con le persone. Per lungo tempo
in Vietnam e' stata forte l'influenza cinese, ma proprio se si pensa a quel
paese non si perde la speranza per i tibetani.
*
- Ilaria Urbani: Ma anche in Vietnam i buddisti sono in pericolo?
- Thich Nhat Hanh: Ho chiesto personalmente al governo vietnamita di
invitare al piu' presto il Dalai Lama. Molti dirigenti del partito comunista
sono affascinati dal buddismo. Sia in Cina che in Vietnam il buddismo e' nel
sangue delle persone che da secoli lo praticano. Poco piu' di mezzo secolo
di comunismo non ha cancellato il buddismo che non deve essere visto come
l'oppio dei popoli ma come uno stato mentale. Al governo cinese direi che il
buddismo e' essenziale nella cultura tibetana, cinese e vietnamita. Il
sentimento della compassione sarebbe un contribuito benefico per la Cina in
questo momento.
*
- Ilaria Urbani: Non solo Tibet. Sono centinaia i conflitti nel mondo. Anche
li' a trionfare e' sempre la violenza...
- Thich Nhat Hanh: Se le persone attaccano c'e' sempre un motivo. L'attacco
alle Torri gemelle dell'11 settembre e' stato causato da una percezione
erronea della realta'. Ero a San Francisco quando ci fu l'attacco, e ora
come allora ripeto che l'America deve calmarsi. Deve espirare ed inspirare.
Guardare in profondita' e capire perche' la odiano. Si sarebbero dovuti
chiedere "devono essere molto arrabbiati con noi per attaccarci, ci odiano
tantissimo?". Gli americani si devono chiedere perche' chi li attacca ha una
percezione erronea dell'America. Le percezioni erronee non si rimuovono con
le bombe. Capire le idee degli altri aiuta a non attaccare generando nuovo
odio. Da allora infatti il terrorismo e' soltanto aumentato.
*
- Ilaria Urbani: Ha conosciuto Martin Luther King. A Napoli come in Tibet o
in Iraq il suo messaggio e' ancora possibile?
- Thich Nhat Hanh: La memoria di Martin Luther King non e' sufficiente, non
e' abbastanza. Ogni giorno bisogna agire secondo la nonviolenza. Io sto
proseguendo il suo lavoro. Non e' necessario essere buddisti per essere
felici. Bisogna parlare e camminare in modo consapevole. Bisogna favorire le
energie positive. I buddisti in California hanno un monastero alimentato ad
energia solare e viaggiano a bordo di auto con biocombustibile. Bisogna
capire che semplificare la vita significa non solo portare felicita' a se
stessi e agli altri ma anche alla Terra.

2. ET COETERA

Ilaria Urbani, giornalista, scrive sul quotidiano "Il manifesto".
*
Thich Nhat Hanh, monaco zen vietnamita, poeta e costruttore di pace, nato
nel 1926 nel Vietnam centrale, nel 1964, in piena guerra, ha dato vita al
movimento di resistenza nonviolenta dei "piccoli corpi di pace": gruppi di
laici e monaci che nelle campagne creavano scuole, ospedali e ricostruivano
i villaggi bombardati, subendo attacchi da entrambi i contendenti, che li
ritenevano alleati del nemico. Nel 1967, durante una visita negli Stati
Uniti, e' stato candidato al Nobel per la pace da Martin Luther King, che
dopo averlo incontrato ha preso posizione pubblicamente contro la guerra in
Vietnam. Due anni dopo, gia' costretto all'esilio, ha rappresentato la
comunita' buddhista, che raccoglieva l'80 per cento dei vietnamiti, alle
trattative di pace di Parigi. Dopo la firma degli accordi, nel 1975, gli e'
stato negato il rientro nel suo Paese. Oggi vive in Francia. La pace e' il
tema delle opere, delle attivita', dei ritiri e degli incontri e
manifestazioni pubbliche di Thich Nhat Hanh. Il cuore del suo insegnamento
e' nella stretta relazione tra la ricerca della pace in noi stessi e la pace
nel mondo. "Nel protestare contro una guerra, possiamo credere di essere una
persona pacifica, un vero rappresentante della pace - recita un passo di uno
dei suoi scritti - ma questa nostra presunzione non sempre corrisponde alla
realta'. Osservando in profondita', ci accorgiamo che le radici della guerra
sono presenti nel nostro stile di vita privo di consapevolezza. Se noi non
siamo in pace, non possiamo fare niente per la pace". I suoi numerosi libri
sono pubblicati in Italia da Mondadori, Ubaldini e Neri Pozza. Opere di
Thich Nhat Hanh: Vietnam, la pace proibita, Vallecchi, 1967; La lotta
nonviolenta del buddhismo nel Vietnam, Citta' Nuova, 1970; Essere pace,
Ubaldini, 1989; Il sole, il mio cuore, Ubaldini, 1990; Il miracolo della
presenza mentale, Ubaldini, 1992; Trasformarsi e guarire,Ubaldini, 1992;
Vita di Siddharta il Buddha, Ubaldini, 1992; La pace e' ogni passo,
Ubaldini, 1993; Toccare la pace, Ubaldini, 1994; Respira! Sei vivo,
Ubaldini, 1994; Lo splendore del loto, Ubaldini, 1994; Il diamante che
recide l'illusione, Ubaldini, 1995; L'amore e l'azione, Ubaldini, 1995; Una
chiave per lo zen, Ubaldini, 1996; Mente d'amore, Ubaldini, 1997; L'incenso
del cuore, Associazione La Rete di Indra, 1997; Il cancello di pino e altre
storie, Psiche, 1997; Il bambu' della luna, Psiche, 1998; Sassolini di
meditazione, Associazione Un Tempio per la Pace, 1998; Il Buddha vivente, il
Cristo vivente, Neri Pozza, 1996, Tea, 1999; Insegnamenti sull'amore, Neri
Pozza, 1999; AA. VV. Buddhismo impegnato, Neri Pozza, 1999; Perche' un
futuro sia possibile, Ubaldini, 2000; Il cuore dell'insegnamento del Buddha,
Neri Pozza, 2000; Canti e recitazioni di Plum Village, Nobile Editore, 2000;
Il piccolo libro della consapevolezza, Ubaldini, 2001; AA. VV., Ecologia
buddhista, Neri Pozza, 2001; Discorsi ai bambini e al bambino dentro di noi,
Ubaldini, 2002; Spegni il fuoco della rabbia, Mondadori, 2002; Il segreto
della pace, Mondadori, 2003; La luce del dharma, Mondadori, 2003; Libero
ovunque tu sia, Associazione Essere Pace, 2003; Il sentiero, Ubaldini, 2004;
L'arte della trasformazione, Mondadori, 2004; L'arte del cammino e della
pace, Mondadori, 2004; Un ascolto profondo, Ubaldini, 2005; L'unica nostra
arma e' la pace, Mondadori, 2005; Nel rifugio della mente. La risposta zen
al terrorismo, Mondadori, 2007.

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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA
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Numero 161 del 29 marzo 2008

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