Numero 598 del 4 ottobre 2008
Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it
Sommario di questo numero:
1. Peppe Sini: Due cose, che sono una
2. Mao Valpiana: Domani a Vicenza
3. Beati i costruttori di pace: Lettera aperta alle cittadine e ai cittadini
di Vicenza
4. Ogni giorno la nonviolenza
5. Danilo Dolci: Quanto non c'e' ancora
6. La sola sinistra possibile, e necessaria
7. Giulio Vittorangeli: I poveri a Taormina
8. Michele Boato: Una petizione contro il nucleare
9. Solidarieta' con Pietro Milazzo
10. Antonella Litta: Una lettera al Prefetto di Viterbo
11. Si e' svolto il 2 ottobre a Viterbo un incontro di riflessione sulla
nonviolenza
12. Riletture: Shulamith Firestone, La dialettica dei sessi
13. Riletture: Germaine Greer, L'eunuco femmina
14. Riletture: Kate Millett, La politica del sesso
15. Riletture: Juliet Mitchell, Psicoanalisi e femminismo
16. Riletture: Robin Morgan, Sessualita', violenza e terrorismo
17. Riletture: Adrienne Rich, Nato di donna
18. Riletture: Sheila Rowbotham, Donne, resistenza e rivoluzione
19. La "Carta" del Movimento Nonviolento
20. Per saperne di piu'
1. EDITORIALE. PEPPE SINI: DUE COSE, CHE SONO UNA
In questa antica citta' da mesi e mesi ormai si sono infittite le
aggressioni squadriste di un gruppuscolo di picchiatori nazisti. Ormai tante
ragazze e tanti ragazzi non possono piu' entrare in certi bar e gelaterie,
non possono piu' passare per certe strade del centro, non possono piu'
passeggiare a tarda sera, perche' hanno paura di essere aggrediti,
picchiati, massacrati.
Il sindaco di questa antica citta' emana un'ordinanza "per la sicurezza" che
sulle aggressioni naziste ovviamente sorvola, ed invece reca sadici
interventi per perseguitare i poveri, per impedire la carita', per
costringere chi e' nel bisogno a nascondersi, ad aver paura delle pubbliche
istituzioni che invece dovrebbero proteggerlo, assisterlo, aiutarlo.
*
Oltre vent'anni fa - lo ho raccontato tante volte, lo faccio una volta di
piu' - quando coordinavo la campagna di solidarieta' con Nelson Mandela
allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano, cercavo di
spiegare che l'apartheid non era un esotico residuo del passato: era una
grave minaccia per il nostro comune futuro; e cosi' la nostra solidarieta'
con le sorelle e i fratelli che in Sudafrica lottavano per abbattere il
regime della segregazione razziale, era in realta' il riconoscimento che
loro stavano lottando anche per noi, per la nostra liberta', per il nostro
futuro; e quella nostra solidarieta' era quindi in realta' un gesto di
gratitudine.
Poi l'apartheid in Sudafrica almeno in ambito legislativo e istituzionale e'
stato sconfitto, ma da anni tragicamente dilaga su scala planetaria; giorno
dopo giorno la furia razzista si va espandendo e consolidando in Europa e in
Italia. In questa attuale situazione ancora piu' necessario ed urgente mi
sembra contrastare sia la violenza dei picchiatori da strada, sia la
violenza dei manipoli che bivaccano nelle istituzioni e che il razzismo
stanno introducendo nella legislazione e nell'amministrazione, negli atti e
nei comportamenti degli stessi pubblici ufficiali.
*
Il truce teppista nazista che ti aspetta per strada brandendo la lama, e il
pubblico amministratore che ridanciano scatena la caccia al povero e
all'oppresso - trovando subito zelanti esecutori -, ebbene, vestono
diversamente, parlano diversamente, si presentano diversamente, ma la loro
azione segue una medesima scellerata logica.
Quelle azioni - il pestaggio brutale e l'ordinanza persecutoria (o la
delibera, il regolamento, la circolare, il decreto, la legge razzista) -
sembrano due cose diverse: ed invece vi e' tra esse una sostanziale
continuita'.
2. EDITORIALE. MAO VALPIANA: DOMANI A VICENZA
[Ringraziamo Mao Valpiana (per contatti: tel. 0458009803, fax: 0458009212,
e-mail: mao@nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org) per questo
intervento.
Mao (Massimo) Valpiana e' una delle figure piu' belle e autorevoli della
nonviolenza in Italia; e' nato nel 1955 a Verona dove vive ed opera come
assistente sociale e giornalista; fin da giovanissimo si e' impegnato nel
Movimento Nonviolento (si e' diplomato con una tesi su "La nonviolenza come
metodo innovativo di intervento nel sociale"), e' membro del comitato di
coordinamento nazionale del Movimento Nonviolento, responsabile della Casa
della nonviolenza di Verona e direttore della rivista mensile "Azione
Nonviolenta", fondata nel 1964 da Aldo Capitini. Obiettore di coscienza al
servizio e alle spese militari ha partecipato tra l'altro nel 1972 alla
campagna per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza e alla fondazione
della Lega obiettori di coscienza (Loc), di cui e' stato segretario
nazionale; durante la prima guerra del Golfo ha partecipato ad un'azione
diretta nonviolenta per fermare un treno carico di armi (processato per
"blocco ferroviario", e' stato assolto); e' inoltre membro del consiglio
direttivo della Fondazione Alexander Langer, ha fatto parte del Consiglio
della War Resisters International e del Beoc (Ufficio Europeo dell'Obiezione
di Coscienza); e' stato anche tra i promotori del "Verona Forum" (comitato
di sostegno alle forze ed iniziative di pace nei Balcani) e della marcia per
la pace da Trieste a Belgrado nel 1991; nel giugno 2005 ha promosso il
digiuno di solidarieta' con Clementina Cantoni, la volontaria italiana
rapita in Afghanistan e poi liberata. Con Michele Boato e Maria G. Di Rienzo
ha promosso l'appello "Crisi politica. Cosa possiamo fare come donne e
uomini ecologisti e amici della nonviolenza?" da cui e' scaturita
l'assemblea di Bologna del 2 marzo 2008 e quindi il manifesto "Una rete di
donne e uomini per l'ecologia, il femminismo e la nonviolenza". Un suo
profilo autobiografico, scritto con grande gentilezza e generosita' su
nostra richiesta, e' nel n. 435 del 4 dicembre 2002 de "La nonviolenza e' in
cammino"; una sua ampia intervista e' nelle "Minime" n. 255 del 27 ottobre
2007]
Domenica 5 ottobre a Vicenza si vota per il futuro della citta'.
Il voto ha un valore in se', al di la' del riconoscimento che altri
organismi statali non vogliono dare. La democrazia e' un processo che si
consolida solo con la partecipazione dei cittadini. Democrazia,
partecipazione, potere di tutti, omnicrazia, sono i tanti nomi della
nonviolenza.
Chi vuole impedire la consultazione popolare, lo fa contro i principi
fondanti della Costituzione italiana.
Chi domenica andra' a votare, difendera' la Costituzione e fara' crescere la
nonviolenza. Due buoni motivi per compiere il proprio dovere civico.
3. APPELLI. "BEATI I COSTRUTTORI DI PACE": LETTERA APERTA ALLE CITTADINE E
AI CITTADINI DI VICENZA
[Da Mariagrazia Bonollo (per contatti: grazia@koinecomunicazione.it) e da
molte altre persone amiche riceviamo e diffondiamo]
In un momento cosi' speciale per la citta' di Vicenza, come associazione che
ha condiviso e vissuto tutti i momenti del percorso drammatico e splendido
che vi ha portato all'appuntamento della consultazione popolare di domenica
prossima, sentiamo forte il bisogno di esprimervi i nostri sentimenti.
Abbiamo tutti un grande debito di riconoscenza verso di voi. Molti italiani
ancora non lo sanno, ma scopriranno presto quale importanza e quale regalo
sono per tutti le vostre scelte di pace e di giustizia e le modalita' di
lotta con cui le perseguite. Grazie per il vostro coraggio, la vostra
creativita' e fiducia nel continuare a lottare credendo nell'impossibile. In
un momento di smarrimento generalizzato della societa' state offrendo la
testimonianza di una resistenza impossibile altrove e di una forza che non
viene dalla disperazione, ma dalla coscienza dell'importanza e della
validita' della scelta.
Conosciamo la grande sofferenza che colpisce direttamente molti di voi;
sofferenza provocata dal comportamento di quelle istituzioni locali e
nazionali che dovrebbero essere garanti del rispetto della Costituzione e
della legalita' e che invece, dall'inizio fino all'ultima ordinanza del
Consiglio di Stato, hanno continuato a nascondere, raggirare, prevaricare.
Come se fossero i cittadini i nemici dello Stato! E il tutto con
l'isolamento politico decretato da quasi tutti i partiti.
Anche se si fa di tutto per relegare la scelta della nuova base statunitense
alla sola citta' di Vicenza - chiamandola addirittura una mera questione
urbanistica - abbiamo chiara la coscienza che essa riguarda tutti gli
italiani e non si riduce a una semplice questione ambientale locale. In un
mondo ormai globalizzato e in grande fermento la nuova base condiziona
pesantemente i nostri rapporti con tutti gli altri popoli per un futuro di
pace e di convivenza o di scontro e di guerra.
In Italia siamo arrivati al punto che si pretende la consultazione della
popolazione per la costruzione di una moschea, luogo dove ci si riunisce per
pregare, mentre si nega ogni possibilita' di consultazione popolare per la
costruzione di una base di guerra, che devasta un territorio sensibile e che
serve per mandare soldati per il mondo a uccidere. E cosi', cittadine e
cittadini di Vicenza, oltre alla responsabilita' sulla pace ora dovete
accettare anche la responsabilita' sulla democrazia.
Per questo vi rivolgiamo una pressante preghiera. In questo momento, come
cirenei, per tutti gli italiani siete caricati di una croce non voluta e non
prevista. Qualcuno di voi sara' tentato di respingere la responsabilita' di
una scelta per tutti. Qualcuno sara' gia' stanco di tutto il disagio e le
tensioni che essa ha gia' provocato. Qualcuno riterra' inutile continuare a
sperare e lottare, vista la pervicacia con cui chi ha potere continua sordo
e imperterrito a proseguire nelle decisioni prese.
Potete immaginare con quale cuore vi chiediamo di continuare a scegliere
cio' che serve alla vita e alla pace.
Non accettate di ridurre questa scelta alla logica dell'appartenenza
politica e ancor meno di barattarla con la promessa di qualche favore
economico. Con le armi non risolveremo il problema dell'acqua per tutti, non
ridurremo l'inquinamento dell'aria e non coltiveremo la terra perche'
produca cibo per tutti.
La consultazione di domenica prossima, affidata unicamente alla vostra
decisione di volerla realizzare, puo' risultare ancor piu' significativa. Se
e' stata impedita a piu' riprese e in tutti i modi vuol dire che qualcuno la
teme. Non servira' per il Governo italiano, ma forse trovera' ascolto e
riscontro proprio dagli Stati Uniti. Vi chiediamo di partecipare anche per
tutti noi, per riappropriarci di una sovranita' che ci e' stata tolta e per
esercitare su una questione vitale il nostro diritto a intervenire
democraticamente, sapendo che niente e' piccolo e inutile se ci mettiamo il
cuore.
4. AMICIZIE. OGNI GIORNO LA NONVIOLENZA
Proseguiremo nei prossimi giorni la pubblicazione degli interventi che
abbiamo ricevuto in occasione della Giornata internazionale della
nonviolenza celebratasi il 2 ottobre. Oggi il notiziario era gia' stracolmo
di altri materiali, ma nulla andra' perduto dei tanti preziosi interventi
che abbiamo ricevuto (e che stiamo ancora ricevendo, ed anche questo e' un
buon segno).
Ringraziamo ancora una volta quante e quanti hanno risposto al nostro
invito, e ci scusiamo per il ritardo nella pubblicazione.
5. MAESTRI. DANILO DOLCI: QUANTO NON C'E' ANCORA
[Da Danilo Dolci, Veso un mondo nuovo, Einaudi, Torino 1965, p. 280.
Danilo Dolci e' nato a Sesana (Trieste) nel 1924, arrestato a Genova nel '43
dai nazifascisti riesce a fuggire; nel '50 partecipa all'esperienza di
Nomadelfia a Fossoli; dal '52 si trasferisce nella Sicilia occidentale
(Trappeto, Partinico) in cui promuove indimenticabili lotte nonviolente
contro la mafia e il sottosviluppo, per i diritti, il lavoro e la dignita'.
Subisce persecuzioni e processi. Sociologo, educatore, e' tra le figure di
massimo rilievo della nonviolenza nel mondo. E' scomparso sul finire del
1997. Di seguito riportiamo una sintetica ma accurata notizia biografica
scritta da Giuseppe Barone (comparsa col titolo "Costruire il cambiamento"
ad apertura del libriccino di scritti di Danilo, Girando per case e
botteghe, Libreria Dante & Descartes, Napoli 2002): "Danilo Dolci nasce il
28 giugno 1924 a Sesana, in provincia di Trieste. Nel 1952, dopo aver
lavorato per due anni nella Nomadelfia di don Zeno Saltini, si trasferisce a
Trappeto, a meta' strada tra Palermo e Trapani, in una delle terre piu'
povere e dimenticate del paese. Il 14 ottobre dello stesso anno da' inizio
al primo dei suoi numerosi digiuni, sul letto di un bambino morto per la
denutrizione. La protesta viene interrotta solo quando le autorita' si
impegnano pubblicamente a eseguire alcuni interventi urgenti, come la
costruzione di una fogna. Nel 1955 esce per i tipi di Laterza Banditi a
Partinico, che fa conoscere all'opinione pubblica italiana e mondiale le
disperate condizioni di vita nella Sicilia occidentale. Sono anni di lavoro
intenso, talvolta frenetico: le iniziative si susseguono incalzanti. Il 2
febbraio 1956 ha luogo lo "sciopero alla rovescia", con centinaia di
disoccupati - subito fermati dalla polizia - impegnati a riattivare una
strada comunale abbandonata. Con i soldi del Premio Lenin per la Pace (1958)
si costituisce il "Centro studi e iniziative per la piena occupazione".
Centinaia e centinaia di volontari giungono in Sicilia per consolidare
questo straordinario fronte civile, "continuazione della Resistenza, senza
sparare". Si intensifica, intanto, l'attivita' di studio e di denuncia del
fenomeno mafioso e dei suoi rapporti col sistema politico, fino alle
accuse - gravi e circostanziate - rivolte a esponenti di primo piano della
vita politica siciliana e nazionale, incluso l'allora ministro Bernardo
Mattarella (si veda la documentazione raccolta in Spreco, Einaudi, Torino
1960 e Chi gioca solo, Einaudi, Torino 1966). Ma mentre si moltiplicano gli
attestati di stima e solidarieta', in Italia e all'estero (da Norberto
Bobbio a Aldo Capitini, da Italo Calvino a Carlo Levi, da Aldous Huxley a
Jean Piaget, da Bertrand Russell a Erich Fromm), per tanti avversari Dolci
e' solo un pericoloso sovversivo, da ostacolare, denigrare, sottoporre a
processo, incarcerare. Ma quello che e' davvero rivoluzionario e' il suo
metodo di lavoro: Dolci non si atteggia a guru, non propina verita'
preconfezionate, non pretende di insegnare come e cosa pensare, fare. E'
convinto che nessun vero cambiamento possa prescindere dal coinvolgimento,
dalla partecipazione diretta degli interessati. La sua idea di progresso non
nega, al contrario valorizza, la cultura e le competenze locali. Diversi
libri documentano le riunioni di quegli anni, in cui ciascuno si interroga,
impara a confrontarsi con gli altri, ad ascoltare e ascoltarsi, a scegliere
e pianificare. La maieutica cessa di essere una parola dal sapore antico
sepolta in polverosi tomi di filosofia e torna, rinnovata, a concretarsi
nell'estremo angolo occidentale della Sicilia. E' proprio nel corso di
alcune riunioni con contadini e pescatori che prende corpo l'idea di
costruire la diga sul fiume Jato, indispensabile per dare un futuro
economico alla zona e per sottrarre un'arma importante alla mafia, che
faceva del controllo delle modeste risorse idriche disponibili uno strumento
di dominio sui cittadini. Ancora una volta, pero', la richiesta di acqua per
tutti, di "acqua democratica", incontrera' ostacoli d'ogni tipo: saranno
necessarie lunghe battaglie, incisive mobilitazioni popolari, nuovi digiuni,
per veder realizzato il progetto. Oggi la diga esiste (e altre ne sono sorte
successivamente in tutta la Sicilia), e ha modificato la storia di decine di
migliaia di persone: una terra prima aridissima e' ora coltivabile;
l'irrigazione ha consentito la nascita e lo sviluppo di numerose aziende e
cooperative, divenendo occasione di cambiamento economico, sociale, civile.
Negli anni Settanta, naturale prosecuzione del lavoro precedente, cresce
l'attenzione alla qualita' dello sviluppo: il Centro promuove iniziative per
valorizzare l'artigianato e l'espressione artistica locali. L'impegno
educativo assume un ruolo centrale: viene approfondito lo studio, sempre
connesso all'effettiva sperimentazione, della struttura maieutica, tentando
di comprenderne appieno le potenzialita'. Col contributo di esperti
internazionali si avvia l'esperienza del Centro Educativo di Mirto,
frequentato da centinaia di bambini. Il lavoro di ricerca, condotto con
numerosi collaboratori, si fa sempre piu' intenso: muovendo dalla
distinzione tra trasmettere e comunicare e tra potere e dominio, Dolci
evidenzia i rischi di involuzione democratica delle nostre societa' connessi
al procedere della massificazione, all'emarginazione di ogni area di
effettivo dissenso, al controllo sociale esercitato attraverso la diffusione
capillare dei mass-media; attento al punto di vista della "scienza della
complessita'" e alle nuove scoperte in campo biologico, propone
"all'educatore che e' in ognuno al mondo" una rifondazione dei rapporti, a
tutti i livelli, basata sulla nonviolenza, sulla maieutica, sul "reciproco
adattamento creativo" (tra i tanti titoli che raccolgono gli esiti piu'
recenti del pensiero di Dolci, mi limito qui a segnalare Nessi fra
esperienza etica e politica, Lacaita, Manduria 1993; La struttura maieutica
e l'evolverci, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1996; e Comunicare, legge
della vita, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1997). Quando la mattina del 30
dicembre 1997, al termine di una lunga e dolorosa malattia, un infarto lo
spegne, Danilo Dolci e' ancora impegnato, con tutte le energie residue, nel
portare avanti un lavoro al quale ha dedicato ogni giorno della sua vita".
Tra le molte opere di Danilo Dolci, per un percorso minimo di accostamento
segnaliamo almeno le seguenti: una antologia degli scritti di intervento e
di analisi e' Esperienze e riflessioni, Laterza, Bari 1974; tra i libri di
poesia: Creatura di creature, Feltrinelli, Milano 1979; tra i libri di
riflessione piu' recenti: Dal trasmettere al comunicare, Sonda, Torino 1988;
La struttura maieutica e l'evolverci, La Nuova Italia, Firenze 1996. Tra le
opere su Danilo Dolci: Giuseppe Fontanelli, Dolci, La Nuova Italia, Firenze
1984; Adriana Chemello, La parola maieutica, Vallecchi, Firenze 1988
(sull'opera poetica di Dolci); Antonino Mangano, Danilo Dolci educatore,
Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1992; Giuseppe
Barone, La forza della nonviolenza. Bibliografia e profilo critico di Danilo
Dolci, Libreria Dante & Descartes, Napoli 2000, 2004 (un lavoro
fondamentale); Lucio C. Giummo, Carlo Marchese (a cura di), Danilo Dolci e
la via della nonviolenza, Lacaita, Manduria-Bari-Roma 2005; Raffaello
Saffioti, Democrazia e comunicazione. Per una filosofia politica della
rivoluzione nonviolenta, Palmi (Rc) 2007. Tra i materiali audiovisivi su
Danilo Dolci cfr. il dvd di Alberto Castiglione, Danilo Dolci. Memoria e
utopia, 2004. Tra i vari siti che contengono molti utili materiali di e su
Danilo Dolci segnaliamo almeno www.danilodolci.it, danilo1970.interfree.it,
www.danilodolci.toscana.it, www.inventareilfuturo.com, www.cesie.org,
www.nonviolenti.org]
Quanto non c'e' ancora va creato.
6. EDITORIALE. LA SOLA SINISTRA POSSIBILE, E NECESSARIA
La sola sinistra possibile, e necessaria, e' la sinistra che sceglie la
nonviolenza.
*
E dire la sinistra che sceglie la nonviolenza significa, qui e adesso, una
sinistra femminista ed ecologista, socialista e libertaria, antimafia e
antirazzista, disarmista e antimilitarista, della sobrieta' e della cura,
polifonica e relazionale, che difende i diritti umani e la biosfera, che
contrasta ogni violenza senza riprodurla.
*
Proprio perche' la situazione e' cosi' grave, occorre proporre le ragioni
della nonviolenza nella loro radicalita'.
Proprio perche' i poteri criminali sono all'assalto occorre contrapporre la
resistenza piu' ferma, la piu' nitida e la piu' intransigente: la resistenza
nonviolenta.
Proprio perche' in Europa rinasce il fascismo occore contrapporre ad esso
l'antifascismo piu' consapevole, il piu' nitido e il piu' intransigente:
l'antifascismo nonviolento.
Proprio perche' grande e' la confusione delle lingue occorre ricostruire una
semplicita' e una chiarezza che tutti gli esseri umani raggiunga ed abbracci
in colloquio corale: la semplicita' e la chiarezza della nonviolenza.
Proprio perche' i poteri dominanti cosi' intensamente opprimono e devastano
e corrompono beni ed istituti, cose e pensieri, rapporti e vissuti, ed
infine e soprattutto persone e popoli, occorre proporre ed agire la politica
del principio responsabilita', la politica del camminare eretti, la politica
del riconoscimento di umanita', la politica della sollecitudine per il bene
di tutti: la politica della nonviolenza.
7. RIFLESSIONE. GIULIO VITTORANGELI: I POVERI A TAORMINA
[Ringraziamo Giulio Vittorangeli (per contatti: g.vittorangeli@wooow.it) per
questo intervento.
Giulio Vittorangeli e' uno dei fondamentali collaboratori di questo
notiziario; nato a Tuscania (Vt) il 18 dicembre 1953, impegnato da sempre
nei movimenti della sinistra di base e alternativa, ecopacifisti e di
solidarieta' internazionale, con una lucidita' di pensiero e un rigore di
condotta impareggiabili; e' il responsabile dell'Associazione
Italia-Nicaragua di Viterbo, ha promosso numerosi convegni ed occasioni di
studio e confronto, ed e' impegnato in rilevanti progetti di solidarieta'
concreta; ha costantemente svolto anche un'alacre attivita' di costruzione
di occasioni di incontro, coordinamento, riflessione e lavoro comune tra
soggetti diversi impegnati per la pace, la solidarieta', i diritti umani. Ha
svolto altresi' un'intensa attivita' pubblicistica di documentazione e
riflessione, dispersa in riviste ed atti di convegni; suoi rilevanti
interventi sono negli atti di diversi convegni; tra i convegni da lui
promossi ed introdotti di cui sono stati pubblicati gli atti segnaliamo, tra
altri di non minor rilevanza: Silvia, Gabriella e le altre, Viterbo, ottobre
1995; Innamorati della liberta', liberi di innamorarsi. Ernesto Che Guevara,
la storia e la memoria, Viterbo, gennaio 1996; Oscar Romero e il suo popolo,
Viterbo, marzo 1996; Il Centroamerica desaparecido, Celleno, luglio 1996;
Primo Levi, testimone della dignita' umana, Bolsena, maggio 1998; La
solidarieta' nell'era della globalizzazione, Celleno, luglio 1998; I
movimenti ecopacifisti e della solidarieta' da soggetto culturale a soggetto
politico, Viterbo, ottobre 1998; Rosa Luxemburg, una donna straordinaria,
una grande personalita' politica, Viterbo, maggio 1999; Nicaragua: tra
neoliberismo e catastrofi naturali, Celleno, luglio 1999; La sfida della
solidarieta' internazionale nell'epoca della globalizzazione, Celleno,
luglio 2000; Ripensiamo la solidarieta' internazionale, Celleno, luglio
2001; America Latina: il continente insubordinato, Viterbo, marzo 2003. Per
anni ha curato una rubrica di politica internazionale e sui temi della
solidarieta' sul settimanale viterbese "Sotto Voce" (periodico che ha
cessato le pubblicazioni nel 1997). Cura il notiziario "Quelli che
solidarieta'"]
Massimo Troisi, nella sua purtroppo breve vita di attore, ci ha lasciato
film e battute memorabili; che hanno saputo cogliere i limiti ed i difetti
di noi italiani, utilizzando sapientemente il dialetto napoletano. In una
delle tante premiazioni, fu invitato a Taormina. Durante l'intervista, alla
domanda su quale fosse stata l'impressione che gli aveva fatto la citta',
cosi' rispondeva.
"Na bella impressione. Veramente bella. M'hanno messo int'a 'n albergo
stupendo, cioe' tutta gente... aggio visto tutta gente stranissima...
Pero' ecco, a Taormina aggio visto, almeno dove sto io nell'albergo, pochi
poveri. Veramente, e' stata una cosa che m'ha colpito perche' aggio visto
tutta gente accussi' e ho pensato: Ma i poveri cca nun veneno?
Infatti a me che nun tenevo 'a giacca m'hanno scambiato subito pe' nu
povero. M'hanno detto: Lei che fa qua? No, io so' Troisi, io e Benigni
abbiamo una giacca sola... ho risposto. Allora va bene...
No, perche' e' strano 'stu fatto, e' vero?
E poi pero' i poveri si lamentano sempre. Io tengo una zia mia che e'
povera... cioe', pure nu zio... e nu cugino pure... insomma e' na famiglia
nu poco povera... E questa mia zia si lamenta sempre: Io nun vago mai' a
nisciuna parte, non mi piace niente... E' colpa dei poveri. Perche' non
pigli i tuoi figli e te ne vieni un mese a Taormina? E poi vedi se ti
diverti. E invece no, i poveri stanno sempre la' e non vogliono mai andare
da nessuna parte.
E poi i ricchi si offendono. Int'all'albergo aggio visto due ricchi che
steveno proprio chiagnendo. Parlavano tra di loro e dicevano: Ma com'e' che
proprio i poveri non vengono mai addo' stammo nuje, ma perche', nuje facimme
schifo?".
*
L'ironia di Troisi colpiva decisamente nel segno. Sono passati diversi anni
da quella intervista, e la situazione per i poveri e' decisamente
peggiorata.
Pensiamo alle, piu' o meno recenti, ordinanze di molti dei nostri Comuni (il
primo e' stato quello di Firenze... poi si e' perso il conto), contro i
lavavetri o il divieto di accattonaggio; sono seguiti gli sgomberi dei campi
Rom da nord a sud dell'Italia, passando per quelli dati alle fiamme a
Napoli; fino alla formazione di ronde razziste di cittadini al motto
"tolleranza zero" e la militarizzazione delle citta'.
E' certo che la mistificazione della sicurezza continuera' a produrre altri
mostri.
Questo e' un ben triste momento politico di insicurezza, di caduta delle
certezze tradizionali, di messa in discussione di molti valori finora
considerati intoccabili, di inquietudine sociale, che ha come contropartita
una maggiore spregiudicatezza, faciloneria e cinismo nei confronti dei
diritti e della dignita' altrui, specie nei confronti di persone in
condizioni di oppressione o disagio. Cosi' si creano facili capri espiatori,
come valvola di sfogo delle ansie e paure diffuse anche se il piu' delle
volte immotivate e irragionevoli.
Mi sembra da condividere la riflessione di chi, come Livio Pepino (in un
editoriale di un anno fa sulla rivista "Narcomafie"), metteva in evidenza
come si era esteso il fronte dei "nemici", passato dalla microcriminalita'
ai poveri. La vicenda dei lavavetri e della loro criminalizzazione (fino
all'invocazione del carcere) e' esemplare.
Il problema della societa' sarebbe cosi' la presenza degli "ultimi": i
lavavetri, e con essi i mendicanti, i posteggiatori, le guide improvvisate,
gli ambulanti senza licenza, gli inventori di mestieri, i lustrascarpe, i
venditori di fiori o di fazzoletti, gli zingari, i barboni, i giocolieri, i
questuanti, gli oziosi, i vagabondi e via elencando potenzialmente
all'infinito.
A infastidire la societa' sana non e' piu' la poverta' ma la sua visibilita'
(con la sgradevolezza che, spesso, la accompagna). Cosi' la guerra alla
poverta', che ha caratterizzato lo Stato sociale, lascia il posto alla
guerra ai poveri, colpevoli di voler sopravvivere, di cercare due euro a un
incrocio, di dormire sotto i ponti, di turbare il decoro urbano e, per
questo, destinati ad essere spinti altrove, non importa dove ma in un
lontano invisibile. Non e' cosa di poco conto, perche' sono in ballo i
diritti di tutti, non solo quelli dei "poveri".
8. APPELLI. MICHELE BOATO: UNA PETIZIONE CONTRO IL NUCLEARE
[Ringraziamo Michele Boato (per contatti: micheleboato@tin.it) per questo
intervento.
Michele Boato e' nato nel 1947, docente di economia, impegnato contro la
nocivita' dell'industria chimica dalla fine degli anni '60, e' impegnato da
sempre nei movimenti pacifisti, ecologisti, nonviolenti. Animatore di
numerose esperienze didattiche e di impegno civile, direttore della storica
rivista "Smog e dintorni", impegnato nell'Ecoistituto del Veneto "Alexander
Langer", animatore del bellissimo periodico "Gaia" e del foglio locale "Tera
e Aqua". Ha promosso la prima Universita' Verde in Italia. Parlamentare nel
1987 (e dimessosi per rotazione un anno dopo), ha promosso e fatto votare
importanti leggi contro l'inquinamento. Con significative campagne
nonviolente ottiene la pedonalizzazione del centro storico di Mestre,
contrasta i fanghi industriali di Marghera. E' impegnato nella campagna
"Meno rifiuti". E' stato anche presidente della FederConsumatori. Gia'
apprezzato assessore regionale del Veneto. Con Mao Valpiana e Maria G. Di
Rienzo ha promosso l'appello "Crisi politica. Cosa possiamo fare come donne
e uomini ecologisti e amici della nonviolenza?" da cui e' scaturita
l'assemblea di Bologna del 2 marzo 2008 e quindi il manifesto "Una rete di
donne e uomini per l'ecologia, il femminismo e la nonviolenza". E' una delle
figure piu' significative dell'impegno ecopacifista e nonviolento, che ha
saputo unire ampiezza di analisi e concretezza di risultati, ed un costante
atteggiamento di attenzione alle persone rispettandone e valorizzandone
dignita' e sensibilita'. Tra le opere di Michele Boato: ha curato diverse
pubblicazioni soprattutto in forma di strumenti di lavoro; cfr. ad esempio:
Conserva la carta, puoi salvare un albero (con Mario Breda); Ecologia a
scuola; Dopo Chernobyl (con Angelo Fodde); Adriatico, una catastrofe
annunciata; tutti nei "libri verdi", Mestre; nella collana "tam tam libri"
ha curato: Invece della tv rinverdire la scuola (con Marco Scacchetti); Erre
magica: riparare riusare riciclare (con Angelo Favalli); In laguna (con
Marina Stevenato); Verdi tra governo e opposizione (con Giovanna Ricoveri).
Un'ampia intervista a Michele Boato curata da Diana Napoli e' apparsa nei
nn. 157-158 di "Voci e volti della nonviolenza"]
Da giovedi' 25 settembre si puo' firmare, sia on line che sui moduli, la
petizione "Non abbiamo bisogno del nucleare" lanciata da "Per il bene
comune", per cominciare a farsi sentire su questo ritorno della barbarie.
Il modo piu' semplice di firmare e' cliccare su
http://petizione.
www.perilbenecomune.net: compare subito il testo della petizione e il modo
di firmare (nel momento in cui vi scrivo siamo gia' oltre le 1.250 firme).
Fatelo subito e girate questa notizia ai vostri amici.
Inoltre si puo' scaricare dal sito il modulo (magari fotocopiarne qualche
copia) e raccogliere le firme nelle scuole, nei mercati, nelle feste ecc.
Non sono firme autenticate da notai ecc. e non c'e' un numero minimo da
raccogliere; si punta a raccoglierne decine di migliaia entro Natale per
consegnarle ai vertici dello stato all'inizio di gennaio.
Si possono ritirare moduli e si puo' firmare anche presso il nostro
Ecoistituto del Veneto a Mestre, viale Venezia 7 (usciti dalla stazione di
Mestre 50 m. a sinistra), meglio venendo dalle 17 alle 19 o telefonando
prima per accertarsi che ci trovate (tel. 041935666).
9. APPELLI. SOLIDARIETA' CON PIETRO MILAZZO
[Dal sito di "Peacereporter" (www.peacereporter.net) riprendiamo il seguente
appello al quale ci associamo]
Alcuni giorni fa Pietro Milazzo, attivista sociale ed esponente dei
movimenti politici e sindacali, e' stato raggiunto da un provvedimento della
Questura di Palermo con cui lo si avvisa di "cambiare condotta, adeguare la
stessa a norma di vita onesta e laboriosa e ad osservare le leggi",
intimandogli, di fatto, di porre fine al proprio percorso politico per non
incorrere nel rischio di applicazione di misure cautelari riservate di norma
ai sorvegliati speciali.
La gravita' di questo provvedimento e' evidente: questo "avvertimento" lede
Pietro cosi' come l'intera vita democratica nella nostra citta'. Lede Pietro
perche' tratta la sua personale storia di impegno politico e sociale alla
stregua della carriera di un criminale. Lede tutti noi perche' intacca la
liberta' di espressione e di dissenso, l'agibilita' politica e il diritto di
manifestare.
In una citta' in cui la gestione della cosa pubblica e' oramai palesemente
articolata su diversi livelli di connivenza clientelare e criminale (e ne
danno prova gli scandali degli ultimi giorni), dove si progettano interventi
speculativi finalizzati all'arricchimento di vecchi e nuovi comitati
d'affari, ci appare paradossale e inquietante il tentativo di sanzionare un
attivista sociale come se si trattasse di un soggetto altamente pericoloso,
al punto da minacciare, sulla base di una valutazione di semplice "sospetto"
la applicazione delle misure di sorveglianza che si rivolgono di solito a
coloro che delinquono.
Pietro Milazzo ed i movimenti politici e sociali della citta' hanno gridato
incessantemente il loro dissenso rispetto alle politiche guerrafondaie,
all'oppressione neoliberista, alle leggi liberticide contro i migranti e
hanno rivendicato giustizia sociale e rispetto dei diritti fondamentali, in
primis quello dell'abitare. E proprio sulla "questione casa", in questi anni
si e' sviluppata a Palermo una piattaforma composita e articolata, con
proposte concrete, che hanno messo in luce le contraddizioni, le ambiguita'
e gli interessi illeciti nella gestione dell'emergenza abitativa, a partire
dall'utilizzazione dei beni confiscati.
Per questo denunciamo fermamente la natura intimidatoria del provvedimento a
carico di Pietro e rivendichiamo al contempo la legittimita' di un percorso
politico collettivo svolto sempre alla luce del sole. Quanto sta accadendo
non e' una questione personale bensi' e' un atto politico che riguarda
collettivamente tutti coloro che sono impegnati nelle lotte a difesa dei
diritti dei piu' deboli e per la giustizia sociale.
Primi firmatari:
Fulvio Vassallo Paleologo, Universita' di Palermo
Umberto Santino, presidente del Centro Peppino Impastato
Toni Pellicane, Comitato di lotta per la casa 12 luglio
Nino Rocca, Comitato di lotta per la casa 12 luglio
Tony Scardamaglia, Laici comboniani
Toto' Cavaleri, Laboratorio Zeta
*
Per adesioni: redazione@kom-pa.net
10. AMBIENTE. ANTONELLA LITTA: UNA LETTERA AL PREFETTO DI VITERBO
[Antonella Litta (per contatti: antonella.litta@libero.it) e' la portavoce
del Comitato che si oppone alla realizzazione dell'aeroporto a Viterbo;
svolge l'attivita' di medico di medicina generale a Nepi (in provincia di
Viterbo). E' specialista in Reumatologia ed ha condotto una intensa
attivita' di ricerca scientifica presso l'Universita' di Roma "la Sapienza"
e contribuito alla realizzazione di uno tra i primi e piu' importanti studi
scientifici italiani sull'interazione tra campi elettromagnetici e sistemi
viventi, pubblicato sulla prestigiosa rivista "Clinical and Esperimental
Rheumatology", n. 11, pp. 41-47, 1993. E' referente locale dell'Associazione
italiana medici per l'ambiente (International Society of Doctors for the
Environment - Italia). Gia' responsabile dell'associazione Aires-onlus
(Associazione internazionale ricerca e salute) e' stata organizzatrice di
numerosi convegni medico-scientifici. Presta attivita' di medico volontario
nei paesi africani. E' stata consigliera comunale. E' partecipe e
sostenitrice di programmi di solidarieta' locali ed internazionali.
Presidente del Comitato "Nepi per la pace", e' impegnata in progetti di
educazione alla pace, alla legalita', alla nonviolenza e al rispetto
dell'ambiente]
Al prefetto di Viterbo
e per opportuna conoscenza: al sindaco del Comune di Caprarola, al sindaco
del Comune di Ronciglione, al direttore generale della Asl di Viterbo, al
presidente della Provincia di Viterbo, all'assessore all'ambiente della
Provincia di Viterbo, al presidente della Giunta Regionale del Lazio,
all'assessore all'ambiente della Regione Lazio, all'Arpa Lazio - sezione di
Viterbo
Oggetto: mancata risposta dei sindaci dei Comuni di Caprarola e Ronciglione
alla richiesta dell'Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde
(International Society of Doctors for the Environment - Italia), sezione di
Viterbo, di avere copia della documentazione relativa alla potabilita' e
salubrita' delle acque del lago di Vico, con particolare riferimento alla
presenza di cianobatteri della specie Plankthotrix rubescens.
*
Egregio prefetto,
la informo che in data 24 giugno 2008 abbiamo inviato una lettera ai sindaci
di Ronciglione e Caprarola nella quale si esprimeva forte preoccupazione per
i gravi danni alla salute che la presenza dell'alga Plankthotrix rubescens
nelle acque del lago di Vico puo' determinare.
Successivamente in data 14 agosto 2008, ai sensi della legge 241/90 art. 22,
chiedevamo copia della documentazione relativa alla potabilita' e salubrita'
delle acque del lago di Vico con particolare riferimento alla presenza di
cianobatteri della specie Plankthotrix rubescens.
A tutt'oggi non e' giunta alcuna risposta alle due lettere della nostra
associazione.
Come dimostrato da innumerevoli studi e dalla letteratura scientifica,
l'alga Plankthotrix rubescens e le tossine che essa produce possono causare
gravissime malattie alle persone e danno all'ambiente. Gli acquedotti dei
Comuni di Caprarola e Ronciglione sono alimentati dalle acque del lago di
Vico e questo e' il motivo della nostra forte preoccupazione.
Sappiamo che la Asl di Viterbo, Servizio igiene pubblica, sez. 4, in data 4
gennaio 2008, 26 marzo 2008, e 28 maggio 2008 ha informato i sindaci dei
risultati delle analisi che hanno riscontrato la presenza di cianobatteri
nelle acque destinate al consumo umano e ha chiesto di conoscere quali
misure gli stessi avessero adottato dal momento della prima comunicazione,
al fine di tutelare la qualita' dell'acqua distribuita dagli acquedotti
pubblici.
*
Egregio Prefetto,
le chiediamo di fare quanto in suo potere perche' siano resi noti e messi a
disposizione dei cittadini tutti gli atti posti in essere dai sindaci per la
tutela della salute delle persone e dell'ecosistema del lago di Vico, nel
rispetto degli articoli 32 e 28 della Costituzione e dell'art. 50 del D.
Lgs. 267/2000.
Certa della sua attenzione, voglia gradire distinti saluti,
dottoressa Antonella Litta, referente per Viterbo e Provincia
dell'Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde (International
Society of Doctors for the Environment - Italia).
Viterbo, 22 settembre 2008
11. INCONTRI. SI E' SVOLTO IL 2 OTTOBRE A VITERBO UN INCONTRO DI RIFLESSIONE
SULLA NONVIOLENZA
Si e' svolto il 2 ottobre a Viterbo, presso il centro sociale autogestito
"Valle Faul", un incontro di riflessione e testimonianza nell'anniversario
della nascita di Mohandas Gandhi e Giornata internazionale della
nonviolenza.
All'incontro hanno preso parte oltre agli animatori dell'esperienza del
centro sociale, e tra loro Alfio Pannega storica figura della cultura
popolare viterbese, anche Daniele Aronne dell'Operazione Colomba, Umberto
Cinalli dell'Osservatorio ambiente e legalita' "Rosario Livatino" di
Viterbo, Antonella Litta dell'Associazione medici per l'ambiente, Peppe Sini
del Centro di ricerca per la pace.
Nel corso dell'incontro sono state ricordate anche le esperienze di lotta
nonviolenta condotte in anni passati dai movimenti viterbesi per la pace, la
solidarieta', la difesa dell'ambiente, i diritti umani e la giustizia
sociale. E' stata anche particolarmente sottolineata la necessita' della
formazione alla nonviolenza per affrontare in modo adeguato le gravi
questioni del presente, a livello locale e globale.
L'iniziativa, promossa dal "Centro di ricerca per la pace" e dal Centro
sociale autogestito "Valle Faul", avra' un successivo svolgimento in
ulteriori incontri di formazione finalizzati anche ad iniziative nonviolente
specifiche contro il razzismo e contro la violenza squadrista a Viterbo.
12. RILETTURE. SHULAMITH FIRESTONE: LA DIALETTICA DEI SESSI
Shulamith Firestone, La dialettica dei sessi, Guaraldi, Firenze-Rimini 1971,
1976, pp. 250. Una rilettura che farebbe assai bene.
13. RILETTURE. GERMAINE GREER: L'EUNUCO FEMMINA
Germaine Greer, L'eunuco femmina, Bompiani, Milano 1972, 1979, pp. XXIV +
380. Una rilettura che farebbe assai bene.
14. RILETTURE. KATE MILLETT: LA POLITICA DEL SESSO
Kate Millett, La politica del sesso, Rizzoli, Milano 1971, pp. 544. Una
rilettura che farebbe assai bene.
15. RILETTURE. JULIET MITCHELL: PSICOANALISI E FEMMINISMO
Juliet Mitchell, Psicoanalisi e femminismo, Einaudi, Torino 1976, pp. XVIII
+ 524. Una rilettura che farebbe assai bene.
16. RILETTURE. ROBIN MORGAN: SESSUALITA', VIOLENZA E TERRORISMO
Robin Morgan, Sessualita', violenza e terrorismo, La Tartaruga, Milano 1998,
2003, pp. 250, euro 14,40. Una rilettura che farebbe assai bene.
17. RILETTURE. ADRIENNE RICH: NATO DI DONNA
Adrienne Rich, Nato di donna, Garzanti, Milano 1977, 1996, 2000, pp. 422,
euro 11,36. Una rilettura che farebbe assai bene.
18. RILETTURE. SHEILA ROWBOTHAM: DONNE, RESISTENZA E RIVOLUZIONE
Sheila Rowbotham, Donne, resistenza e rivoluzione, Einaudi, Torino 1976,
1977, pp. VIII + 336. Una rilettura che farebbe assai bene.
19. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.
20. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta@sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.miritalia.org; per contatti: mir@peacelink.it, luciano.benini@tin.it,
sudest@iol.it, paolocand@libero.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per
contatti: info@peacelink.it
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 598 del 4 ottobre 2008
Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it
Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su:
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Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004
possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web:
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redazione e': nbawac@tin.it
3 commenti:
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